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Pensateci ora, prima che sia troppo tardi

di Roberto Curtolo - Presidente Provinciale ANP Firenze

L’odio viscerale della CGIL per la funzione dei dirigenti scolastici ed in particolare di coloro i quali cercano di interpretarne appieno la funzione, viene allo scoperto nell’appoggio dato alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla loro “Buona Scuola”.

Nella risposta molto articolata di Giorgio Rembado che Vi invito a leggere, mi permetto qualche osservazione.

E’ chiaro una volta di più che la CGIL, appoggiando questa proposta, è assolutamente contraria alla perequazione interna ed a quella esterna. Non ha alcun interesse a difendere neppure il recupero della RIA, stante la filosofia di fondo che questo atto dimostra: la posizione tiepida e circoscritta recentemente assunta “unitariamente” appare ora una pessima interpretazione di captatio benevolentiae. Penso che la mia perplessità, manifesta nell’ambito dell’assemblea regionale, rispetto a quella operazione, venga una volta di più confermata. L'operazione "livellatrice" verso il basso della CGIL, che con il definirsi sindacato dei lavoratori della conoscenza esprime appieno la sua filosofia di tutti uguali, nessuna responsabilità ovvero no: chi sarà responsabile della sicurezza, chi sarà responsabile degli organici? Lasceremo alla CGIL il bandolo del governo della scuola?

So che molti di voi ancora conservano gelosamente la doppia tessera. Ebbene: è ora il caso di pensare bene a quale sia il vero volto di coloro ai quali versate una quota consistente del vostro stipendio. Come ho detto è ora di assumere a livello sindacale posizioni forti. Dobbiamo avviare un confronto politico serrato, aprire tavoli di discussione pubblica. Portare allo scoperto le posizioni conservatrici della CGIL e dei suoi Corifei.

Questo non vuol dire non riconoscere la CGIL come rappresentante di molti insegnanti, collaboratori scolastici, assistenti tecnici ed amministrativi, al contrario. Significa che un tale sindacato non può però rappresentare "anche" i dirigenti scolastici. E' bene che essi si assumano il ruolo e la responsabilità di essere controparte. Il tempo delle mediazioni sul nostro ruolo e sulla nostra funzione è finito, il luogo dell'incontro non esiste più, e non certo per colpa nostra, ma, forse, per nostro demerito. Non voglio difendere posizioni di privilegio: il mio stipendio è on line, al contrario di quello di tanti sindacalisti e di tanti dirigenti pubblici che la CGIL invece difende contrattandone premi e avanzamenti di carriera. Non comprendo, o forse comprendo troppo bene l'accanimento della CGIL contro i dirigenti scolastici della scuola dell'autonomia. Coloro i quali oggi meditano passaggi ad altri sindacati pensino attentamente: quale forza avranno SNALS, Confedir, e sigle e siglette senza capacità di iniziativa politica? Quale carro seguiranno? Che saremo invece noi senza il peso forte del nostro numero? Come difenderemo le nostre proposte e le nostre idee? Il silenzio della Buona Scuola sul nostro ruolo, la fumosità con cui siamo tratteggiati non depone a favore di una visione di una scuola autonoma retta da un dirigente che abbia compiti precisi, autorevolezza, autorità e corrispondente responsabilità . Il blocco dell'avvio della nuova tornata concorsuale, al di là della contingenza, è un altro segnale negativo.

Io voglio difendere un'idea di scuola diversa che premia il merito e punisce chi cerca nei meandri gli spazi per il proprio interesse ed i propri particolarismi. Non penso che Presidi elettivi che devono cercare voti come in un congresso possano essere a favore del merito. Ma forse a chi interessa più il merito nella scuola pubblica quando 140.000 docenti saranno immessi praticamente senza concorso? Eppure io sono ancora uno strenuo difensore della scuola pubblica, statale e laica. Voglio una scuola che non sia fabbrica abitata da "lavoratori", ma voglio una scuola popolata da una comunità di "magister" che dia ai nostri giovani una via per il futuro.

Pensate a cosa mobiliterà la corazzata CGIL contro di noi. Pensateci ora, prima che sia troppo tardi.
Non sottovalutate il momento.

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